lunedì 31 maggio 2010

3) I lunedì del prof. Plautmsch

L'angolo del Prof. Plautmasch*
Dopo averci parlato dello scottante tema "genitori al supermercato" e averci svelato scorci di futuro approfondendo l'argomento "nanotecnologie", torna anche questa settimana l'ormai tradizionale appuntamento con il prof. Plautmasch. Che ci regala una vera perla in tema di pedagogia.

Frequentando codesto BLOG ho ripreso un mio vecchio progetto ampiamente illustrato nel mio saggio “Magia e Pedagogia” il quale, come poi ho scoperto, ha influenzato la scrittrice J. K. Rowling nella creazione del ciclo di Harry Potter.

Nel corso degli anni e solo dopo approfondite ricerche ho sviluppato diversi metodi per la pedagogia infantile. Perché parlo al plurale? Perché sono convinto che ogni famiglia, o tipologia di famiglia, debba avere il proprio. Ammetto che alcune indicazioni fornite stridono con la “Dichiarazione universale dei diritti umani” e ammetto anche che l’UNICEF ha denunciato più volte il sottoscritto alla “Corte internazionale di giustizia”.

Dico subito che i miei metodi sono completamente a favore dei genitori. Sono loro che pagano le tasse e che a mio avviso meritano un’attenzione maggiore.

Non perdo altro tempo (la mia natura di accademico a volte tende a farmi diventare particolarmente prolisso) e vado al sodo esponendone qualcuno.

Metodo “Molotov-Ribbentrop”.

Si ispira ampiamente al metodo Montessori, ritenendolo un fallimento totale. Al bambino occorre indirizzare parole semplici, secche, precise. “RAUS”, “SCHNEL”, “GEWASCHEN”. Da parte del bimbo non ci deve essere nessun tentennamento. Deve solo scattare al perentorio ordine. Questo metodo ha inoltre il vantaggio di contribuire allo sviluppo psicomotorio del bimbo.

Metodo “Grissom”.

Ogni luogo dove ha agito la prole è da considerare come una potenziale scena del crimine. Voi genitori dovete girare per casa con una misteriosa valigetta contenente tra le altre cose una lente di ingrandimento e il kit completo per il rilevamento delle impronte digitali. Non importa come, dove e quando: prima o poi scoprirete la marachella. Il piccolo delinquente deve sapere che non la farà mai franca. Sono ammessi interrogatori con la lampada puntata in faccia.

Metodo “Massimo Decimo Meridio”.

E’ sera e arrivate a casa. La trovate devastata. Il bimbo o bimba ha letteralmente demolito ogni suo angolo. Non solo, vi dicono anche che egli (o ella) ha fatto inferocire maestri, nonni e anche vicini di casa. L’approccio iniziale di questo metodo è la calma assoluta. Agire di impulso è un grosso errore strategico. Chiamate nonni, zii, parenti tutti e radunateli in fila davanti al piccolo barbaro che vi sta guardando con aria di sfida. Dopo aver passato in rassegna le vostre legioni, pronunciate la fatidica frase “Forza e onore! Al mio segnale scatenate l’inferno!”

Metodo “Silvio”.

Ai figli promettete di tutto: da un milione di nuovi giocattoli al MAXI condono di tutti i capricci. Per i più scalmanati anche un indulto di 3 o 4 anni. Una volta eletti, ottenuta quindi la loro fiducia, rimangiatevi allegramente tutto. Tra qualche “mi consenta” e qualche “chiribbio”. Se dovesse scappare qualche protesta, lamentatevi dei maestri comunisti (del nido o d’asilo o della scuola fa lo stesso) che non vi permettono di lavorare.

(Nota bene. Per i padri che intendono adottare questo metodo astenersi da una goliardica vita mondana!)
*Il prof. Wildebrando Apollonius Plautmasch, esperto in "Scienza del comportamento umano", di professione tuttologo nonchè autore di molti trattati e molti libri, è titolare della rubrica settimanale "I lunedì di Plautmasch" pubblicata ogni lunedì su questo blog.

mercoledì 26 maggio 2010

Apologia

Non mi basti mai.
Senza te mi sento perduto.
Sei il mio punto fermo nella tempesta che sovente scoppia nella micro casa, un punto di riferimento, un'ancora, una bussola.
Grazie a te asciugo lacrime, soffio nasi e pulisco bocche.
Grazie a te ripulisco pavimenti e pianali della cucina e dono un volto dignitoso al divano.
Grazie a te raccolgo tutte le sostanze fisiologiche che la mia coinquilina Bassa da quasi due anni a questa parte spruzza in giro per casa e che altrimenti non saprei proprio come approcciare.
Nelle situazioni più difficili, basta bagnarti per risolvere tutti i problemi.
Senza te la mia vita sarebbe diversa: non saprei come ripulire il seggiolone, ma neanche come intervenire per pulire le lorde manine di quella Bassa che ancora mangia con le mani
Ti uso smodatamente e vengo spesso redarguito perchè mi si dice che uno strappo potrebbe essere sufficiente, ma io preferisco andare sul sicuro e non ne faccio mai meno di 6.
Per questo acquisto solo rotoli di dimensioni gigantesche, non quei piccoli scottex che io finirei in due strappi e un paio d'ore.
Ti uso e poi ti butto senza ripensamenti, senza che tu ti lamenti.

Perchè io lo so che tu, caro asciugone, ne sei profondamente felice.


NOTA BIOGRAFICA: Tempo fa, avevo preso la buona abitudine di imparare una nuova parola al giorno. Poi, visto che sono persona inconstante e inconcludente, ho abbandonato il progetto, con gravi ricadute sul mio eloquio.
In seguito mi sono ripromesso di leggere il dizionario, ma questo aveva il non trascurabile difetto che facevo dei periodi a usare molte parole con la A, poi con la B, peraltro senza poter anelare, per via della mia dichiarata inconstanza, di conoscere il significato delle parole "Uzzolo", "sineddoche" o "zeriba".
Ho deciso dunque di rispolverare una parola che è molto in voga, Apologia (Discorso in difesa di qualcosa o di qualcuno, definizione che conosco trattandosi di parola che inizia con la "a"). e ho scelto di fare un apologia all'asciugone, mio fidato compagno di mille e più avventure.



NOTA BIOGRAFICA/2: L'apologia dell'asciugone è in stridente contrasto con il post eco compatibile di ieri. Ma ahimè, sono un uomo dalle mille e più contraddizioni.

Eco detersivi

"Teleeeee teleeeeeeee"
"No, Bassa. Stasera niente tele. Stasera aiuti papà a fare il detersivo"
"'sivo?!?" (Traduz. Ma papà che #@zz ti sei fumato?!?!)
"Vedi, Bassa, portiamo il picì nella micro-cucina, lo accendiamo e vediamo come si fa..."
"Guardo topolino!!! E anche paperino!!!"
"No, il computer mi serve per leggere come si fa il detersivo..."
"E anche Pippo!"
"no, non guardiamo i filmati..."
"E anche Pluto!"
"Amore e che sei la figlia di Walt Disney..."
"E anche Minnie!"
Non manca più nessuno (solo non si vedono i due leocorni).

Dopo l'orto pensile, dopo la frutta e la verdura a chilometri zero, la nuova tappa della mia svolta ecologica è la realizzazione del detersivo per lavatrice in casa.
Trovo una "ricetta" che mi convince e via: acqua calda, bicarbonato, sapone di marsiglia. Uso un terzo delle dose consigliate così per provare.
Poi, siccome non sono tipo da mezze misure e quando faccio una cosa esagero, decido di creare anche il detersivo per lavastoviglie. Anche in questo caso dimezzo le dosi consigliate perchè non ho abbastanza limoni. Uso limoni, aceto, sale.
Unico errore: chiedere consiglio sulle misure "ridotte" a una che in matematica è così brava da dire: "allora, di contenitori ne abbiamo tre: due grandi e due piccoli".
Così ho usato la dose doppia di aceto anzichè quella dimezzata, ma vabbè. Stanotte il primo lavaggio ecologico in lavastoviglie: sembra funzionare bene.
Mi riservo di provarlo ancora qualche volta e di sperimentare anche la lavatrice prima di annunciare al mondo che sono un vero papà genio ecologico.

martedì 25 maggio 2010

La stratega

Sera, a casa.
Sono sul divano e guardo la televisione.
"Papà, apri cracker?"
Siccome sto guardando la televisione e sono un uomo, la mia attenzione è rivolta a quello che sto vedendo in questo momento, che non so cosa sia ma è sicuramente la cosa più interessante che io abbia mai visto e dalla quale non posso distrarmi. E poi io ho la capacità di focalizzarmi su un solo obiettivo alla volta, difficilmente posso ascoltare qualcuno mentre guardo la televisione. E se mi trovo un pacchetto di cracker in mano e sento una voce che dice "apri", lo apro senza farmi troppe domande.
Faccio per prendere il pacchetto quando sento tuonare una voce alle mie spalle: "NON OSARE APRIRE QUEL PACCHETTO!!! Punto primo sono le 10 di sera e non si mangiano cracker alle 10 di sera, punto secondo sono tutti sbriciolati e finiranno sul divano e punto terzo le ho già detto io di no, se ora tu lo apri vanifichi i miei sforzi educativi".
Lo restituisco alla Bassa e le spiego: "No, Bassa, non si può perchè blablabla".
La Bassa reclina la testa, sbatte le palpebre e mi chiede con voce dolce:
"Papààà, apri cracker?"
"No" dico, inflessibile. Anche perchè la Alta mi tiene un revolver puntato sulla schiena.
Allora tenta con la strategia imperativa:
"Papà! Apri cracker!"
Alla risposta negativa, entra dunque in funzione la modalità "hammer": "Apricrackerapricrackerapricrackerapricracker" (che peraltro è uno sciolilingua interessante).
Constatato il fallimento anche di questa strategia, si prova con la modalità "sceneggiata napoletana" che prevede un colorito melodramma in cui lei si butta per terra e urla "UEEEEE....... APRIII CRACKERRRR..... UEEEEEEEEEEE"
Ma io sono inflessibile (il revolver sulla schiena aiuta).
Constatato il fallimento delle sue tecniche, la Bassa annuncia solenne. "Vado via a casa mia".
E se ne va.

lunedì 24 maggio 2010

In Plautmasch we trust

Rubrica settimanale: I lunedì del Prof. Plautmasch*
Questa volta intendo fornirvi una succulenta anticipazione parlandovi del mio nuovo lavoro: "NANOTECNOLOGIE: ovverosia TECNOLOGIE per nanetti".L'idea mi è venuta un po' di tempo fa, quando sono andato a trovare alcuni amici che lavorano al CERN.

Ho scoperto che qualcuno, a scopo puramente ludico, ha progettato invenzioni che migliorano la propria vita famigliare. Pannolini ipertecnologici che a ogni cambio presentano un repeferto completo delle analisi delle urine, passeggini radiocomandandati a propulsione nucleare, seggiolini per auto con incorporato distributore automatico di bevande nutritive.

Dopo quella visita mi sono posto la seguente domanda: Quanto la tecnologia ha reso più facile il lavoro dei genitori? Non mi sono dato una immediata risposta (alle volte amo ignorarmi) e sono andato ben oltre: la moderna tecnologia rivolta ai nanetti, cuccioli, hobbit, bimbi insomma, sta contribuendo a generare quello che tutti sembrano ignorare e che invece dovrebbe essere evidente agli occhi di ciascuno di noi: un autentico conflitto generazionale. Ne avevo già accenato anni fa nel mio "Genitori e motori: conflitti interiori", ma adesso la frontiera è andata ben oltre rispetto a quello che allora sembrava essere un limite invalicabile.

Ponetevi infatti una domanda; chi di voi genitori, almeno una volta nello svolgimento della propria funzione, non si è sentito rivolgere dai propri genitori o dai propri suoceri: "Adesso è tutto più facile, ai miei tempi non avevamo queste comodità". Già non c'erano, ma che colpa ne hanno i neo genitori? Che colpa hanno se adesso ci sono delle ecografie tridimensionali che sembrano prodotte direttamente dalla DREAMWORKS? Che colpa hanno questi neo papà e queste neo mamme se prima il sesso del bimbo lo si apprendeva alla nascita? O addirittura qualche mese dopo? Nessuna colpa, nessunissima colpa. Ma tanti sensi di colpa, perchè c'è sempre un "Dai retta a me, figliola, fai in questo modo ... prima non c'erano mica tutte queste creme, questi prodotti, queste salviettine. Usa quello che usavo io con te: dello yogurt magro!!!". "Dai retta a me ... smettela con questo programma di svezzamento, sono tutte mostruose cavolate ... a te quando avevi la sue età (11 mesi n.d.P.) davamo direttamente la frittata di cipolle e la peperonata con capperi."(Già e adesso, cara mamma, io odio sia le frittate, sia le cipolle, sia quei stramaledetti peperoni e ancor di più quei stramaledetti capperi. Non posso digerirli, dannazione!!!).


*Il prof. Wildebrando Apollonius Plautmasch, esperto in "Scienza del comportamento umano", di professione tuttologo nonchè autore di molti trattati e molti libri, è titolare della rubrica settimanale "I lunedì di Plautmasch" pubblicata ogni lunedì su questo blog.

venerdì 21 maggio 2010

La graffitara

Mattina. Sono quasi arrivato al lavoro quando improvvisamente...
Driin.
è il numero di casa, dettaglio che a quest'ora è sempre (e dico sempre) segno di sventura.
No, oggi no, oggi è venerdì. Non rispondo.
Magari però è urgente. Rispondo.
"Dimmi, Alta"
"TUAAAAA FIGLIAAAAAA!!!!" tuona. Il sottile riferimento alla mia paternità significa: prendo le distanze da questa creatura e ti considero responsabile per motivi prettamente genetici di quanto accaduto.
"Che ha fatto?!"
"Ha disegnato!!!!"
"Ancora!?!? Sul muro con gli indelebili, come ieri?"
"Noo, peggio! Sulle lenzuola del suo lettino!!!"
"Ah"
"Ah?!?! Tutto quello che hai da dire è "Ah"?!?!"
"Che colore?"
"Tratto pen nero"
"..."
"Beh?!?!"
"Ma... era bello, il disegno?"

giovedì 20 maggio 2010

La pizza di Milano

La vera pizza, quella buona, non è quella di Napoli o dintorni, come potrebbero ritenere i più superficiali. Ma è quella di Milano.
Lo ha decretato la mia coinquilina Bassa, entusiasta sostenitrice delle pizzette di piazza Cadorna che talvolta acquisto nel mio pendolarismo di rientro per consolarmi della dura giornata di lavoro(con buona pace della frutta che mi porto dietro la mattina con i buoni propositi e che resta sempre lì, in fondo alla mia valigetta).
La mia coinquilina Bassa, gastronomicamente parlando, ha gusti impeccabili.
La mattina non vuole il latte ma predilige qualcosa di salato: di solito formaggio, anche se preferirebbe la pasta (purtroppo difficilmente reperibile a quell'ora). "Ma lasciala fare, non fare l'apprensivo.... deve sperimentare!" mi ammonisce la Alta quando una volta l'ho trovata che mangiava fragole e prosciutto cotto.
La Bassa adora dolci e gelati, con preferenza per i pasticcini (che mangia con la stessa foga con cui Terence Hill e Bud Spencer si avventano sul cosciotto di maiale, ma del resto ogni volta che si siede sul seggiolone non è esattamente una lady). E non potrebbe essere altrimenti, visto che vicino a casa dei nonni dove trascorre tutto il giorno gli unici negozi esistenti sono la Lindt e il MacDonald. Non per fare i pignoli, però quando la quinta parola che uno dice nella sua vita è Lindt un po' ti preoccupi...
Ultimamente ha avuto una richiesta molto raffinata che purtroppo non ho saputo soddisfare: il gelato crudo. Proprio così diceva "Gelato crudo". E che sarà mai?!

mercoledì 19 maggio 2010

Pablo PiBasso*


Ecco a voi Guernica in versione rivista e corretta dalla Bassa pittrice, per l'occasione ribattezzata "PiBasso" (battuta sottile che spero possiate appieno comprendere ed apprezzare in tempi brevi!!!). E si vede che ha preso tutto da papà suo!
Per la cronaca la mia bambina - che, vi ricordo, è la più bella e intelligente di tutti e io, pur essendo il papà, sono molto obiettivo - scrive indifferentemente con la sinistra e con la destra, e certe volte anche con entrambe ("E certo, è una donna, è multitasking già da piccola" fa notare la Alta).
Sempre per la cronaca, la bimba si trova seduta in cucina su un tavolo bancone altissimo (che abbiamo pure fatto su misura, ve lo dicevo che per la micro-cucina non abbiamo badato a spese), quindi la pericolosità dell'operazione è a livello 10, perchè se casca è la fine. E i pennarelli sono di quelli puzzolenti e indelebili (livello difficoltà 100). Quindi non solo sporca i vestiti e se stessa, ma anche il muro circostante dove ogni tanto deborda nell'impeto artistico (ma ormai ci siamo abituati). Però sia lavagnetta, sia pennarelli sono Ikea e questo ripaga di tutti i rischi. E poi, ovviamente, c'è il risultato, un'opera d'arte.
L'immagine rappresenta anche un motivo di consolazione per il comitato "Salvate i riccioli biondi dalla forbice del parrucchiere": come si evince dalla foto, i riccioli tagliati dopo essere scomparsi sono ricomparsi. Quindi direi che il comitato non ha più motivo di esistere.
* titolo aggiornato il giorno seguente alla pubblicazione del post per renderlo più godibile ai posteri

martedì 18 maggio 2010

Il gene mammesco salvavita

Ci sono cose che un papà non potra mai capire.
Ad esempio come si possa stare due giorni chiusi in casa con una bambina febbricitante attaccata al collo modello marsupio, sopportando con pazienza francescana capricci continui, accompagnati da un costante lamento altre sì definito, con termine tecnico, "frignare". "Voglio questo, no ora che ce l'ho voglio quest'altro, voglio vedere la tivvù, no la tivvù dev'essere spenta". Il tutto senza essere colti da raptus e lanciare la suddetta bambina fuori dalla finestra.

Dopo un week end di osservazione dell'interazione tra cucciolo malato e mamma, sono giunto alla conclusione che le mamme devono essere dotate di un gene speciale che si attiva nelle situazioni estreme per garantire la sopravvivenza della specie umana. La cronaca nera ogni tanto parla di qualche episodio in cui, evidentemente, il gene è difettoso.
Nei padri il fenomeno è MOLTO MOLTO meno diffuso.

Per fortuna che esistono degli hobbies per distrarsi nei fine settimana di reclusione. Io mi sono dedicato al mio orto pensile dando libero sfogo al mio animo da contadino urbano, realizzando una versione low tech da balcone fatta in casa (visto che quella High tech prospettata dallo Zio cinquantenne felice non arriva... e ancora un po' che aspetto finisce la bella stagione).
La versione low tech consiste in piante di pomodori e una di zucchine seminate direttamente nel sacco e inaffiate grazie a un ingegnoso sistema di irrigazione composto da canna e imbuto che, pare, fosse già in uso presso gli antichi Sumeri. Inoltre ho seminato spicchi di aglio alla base delle palle del mio balcone con le palle per evitare il formarsi di bozzi prodotti da uno strano ragnetto sulle palle. Anche in questo il parere dello Zio Cinquantenne Felice, agrario laureato, si fa attendere... dunque mi sono affidato alla saggezza popolare, seguendo così il consiglio della mia mamma che ha il pollice verdissimo e un bagaglio di esperienza spiccia da vendere. E poi è sempre una mamma, dunque anche lei dotata del gene salvavita. Nel suo caso, anche per le piante.

lunedì 17 maggio 2010

NOVITA': I LUNEDI' DEL PROF. PLAUTMASCH

L'idea mi è venuta così, all'improvviso, come una folgorazione, una mattina mentre bevevo il mio caffè del risveglio alla macchinetta.
Ho pensato "Sarebbe bello, ma chissà...". E poi mi è presa una certa soggezione, una sorta di timore referenziale. Ma mi sono fatto coraggio, mi sono detto che in fondo chiedere non costa niente e che sarebbe stato per il bene collettivo.
Trovarlo non è stato facile, ma ce l'ho fatta. E, incredibile dictu, Lui ha anche accettato.
Per questo è con orgoglio che vi annuncio che ogni lunedì questo blog ospiterà un ospite prestigioso, ma cosa dico un ospite... l'Ospite con la maiuscola.
Colui che vanta un curriculum così lungo da essere rilegato a fascicoli come la Treccani.
Colui che viaggia per il mondo per partecipare ai congressi prestigiosi.
Colui che scrive trattati sulle problematiche più interessanti riguardanti l'infanzia e l'educazione.
Colui che da tempo commenta in modo colto e appropriato questo blog, elevandone il tono a vette che io non mi sognerei mai di raggiungere.

Il Corriere della Sera ha Alberoni, Beppe Grillo ha Marco Travaglio... e noi, signore e signori, noi... abbiamo il Professor Plautmasch.
Benvenuto!

L'angolo del Prof. PLAUTMASCH

Buon giorno caro Blog e buon giorno anche ai suoi BLOGAscoltatori. Si, ha letto bene, ho detto “ascoltatori”, un BLOG non lo si legge, lo si ascolta.

Devo ammettere che quando ho letto il post di Venerdì "NOVITA': Stay tuned!!!" ho subito pensato: “Cosa diavolo ha in serbo quel mattacchione dell’autore?” Non immaginavo che tanto entusiasmo fosse indirizzato in toto alla mia umile persona. Spero di non deluderla. Anzi deluderVI.

Dopo i convenevoli di rito, passiamo oltre.

Sabato scorso mi stavo domandando come inaugurare questo mio piccolo spazio, quando sono entrato in un supermercato. (Già, anche i Nobel mangiano) Mi ero appena fermato all’ingresso quando ho visto entrare alcune coppie con bambino e, come spesso accade, la lampadino del genio si è accesa dentro di me.
Come lei ben sa, sono anche uno studioso degli aspetti psico-comportamentali indotti dalla società moderna e non potevo non notare le diverse tipologie di genitori che stavano entrando. Diverse tra di loro sia nell’uso del carrello della spesa che del bimbo in relazione ad esso.

Genitori modello “NASA”.
Film preferito “2001 odissea nello spazio”

Entrano già con il bimbo seduto nel seggiolino del carrello e con in mano una stampa di un foglio excel. Una lista di prodotti in ordine alfabetico con tanto di marca e raffronto di prezzo suddiviso in almeno 4 supermercati. Qualcuno ha fatto anche delle tabelle PIVOT. Sono organizzatissimi. Dispongono gli acquisti in maniera così maniacale che alla fine, nel carrello, c’è un unico cubo. Perfetto. Senza nemmeno un piccolo spazio tra i vari prodotti. Per loro la spesa non è una necessità, ma una missione. Il bimbo (o bimba) seduto tranquillo nel suo seggiolino ha già le idee chiare: da grande diventerà un responsabile di reparto.

Genitori modello “Corsari”.
Film preferito “La maledizione della prima luna”

Convinti di fare in fretta. mettono il bimbo direttamente nel carrello, tanto hanno poche cose da acquistare. Scelgono i prodotti in base a una lista puramente mnemonica e gettano la roba direttamente nel carrello, accanto al bambino. Dopo un po’ quell’”accanto” diventa un tragico “sopra”. Il bimbo viene sommerso e le sue grida, sempre più deboli, vengono completamente ignorate da genitori in preda a un evidente raptus da acquisto. Quando arrivano alla cassa può capitare che il bimbo venga disposto sul nastro trasportatore, per ultimo. Per loro la spesa è un assalto a un galeone di mercanti spagnoli.

Genitori modello “ALL Blacks”.
Film preferito “Once we were warriors”

Non mettono il bimbo nel carrello, ma lo lasciano libero. Prima di entrare si esibiscono in gruppo, preferibilmente nel parcheggio, nella danza Haka dei Maori. Sono convinti di avere la situazione sotto controllo, ma solo dopo qualche minuto capiscono il loro tragico reiterato errore. Li vedi rincorrere il pargolo per tutti i reparti con in mano confezioni di cosce di pollo. Qualche volta si esibiscono in plateali placcaggi nel reparto surgelati. Hanno si una lista, ma in genere la perdono e alla fine comprano ben poco di quello che avevano in mente. Raggiungono la cassa come un assetato nel deserto raggiunge l’OASI con l’acqua.: con degli “EVVIVA” e “E’ FINITA”. Qualcuno abbraccia la cassiera ringraziandola di chissà quali meriti.

Per loro la spesa è una necessità, altrimenti non la farebbero mai.

venerdì 14 maggio 2010

NOVITA': Stay tuned!!!

Cari lettori,
sono lieto di annunciarvi che presto, MOLTO presto, vi stupirò con un'iniziativa inedita e prestigiosa.
State connessi, ma soprattutto: state pronti. A tutto!

giovedì 13 maggio 2010

Profumo di primavera

Sera. Casa. Microcucina.
"SCENDE, SCENDEEE, SCENDEEEEE" urla colei che non parla, ma ordina.
"Donna! Non puoi liberarla dal seggiolone con quelle mani intrise d'olio e di spinacio! Urge utilizzare una comoda salvettina imbevuta, di quelle che io in modo avveduto e lungimirante ho posizionato lì, proprio sopra il forno a microonde"
"...gnnnn (tipica inflessione acida nella voce, ndr) Ma lo so che ti credi... aspetta che la pulisco... fatto".

Dopo poco, poco dopo.
"Ammazza però quanto profumano le tue pratiche salvettine imbevute. Mi sembra di avere degli arbre maqique al posto delle dita...".
"Ma sarà un'impressione! Fa sentire... eh sì hanno un profumo un po' forte.... meglio, vuol dire che igienizzano!"
"Bah, sarà anche così ma mi dà fastidio questo odore... e senti la bambina, sembra Obelix che anzichè essere caduto nella pozione è caduta nello Scianel 5... roba che neanche il figlio di Briatore... ma non saranno pericolose?"
"Mavalaaaaaa (ghedinesco, ndr): Igienizzano!"

Poco dopo, dopo poco.
"Ahhhhh! Disastro!!!!!"
"Marrrrrrito!!!! Che accade?!"
"Donna!!!! Che hai fatto! Altro che salvettine iper profumose!!!! Tu hai rovesciato tutta la mia scorta di profumatori d'ambiente, quello all'essenza speciale di vaniglia e mughetto dell'Himalaya e quello al muschio bianco a pois rossi e all'orchidea artica!!! Quelli che, dopo aver scelto accuratamente al supermercato con ricerche durate mesi, avevo messo sopra il forno a microonde! Quelli che tu hai irrimediabilmente rovesciato sulle pratiche salviettine igienizzanti!!!"
"E che cavolo, perchè deve essere colpa mia?"
"Perchè tu spostando le salviettine devi avere urtato l'essenza rovesciandola!"
"Uè Sherlock, va che se ho le mani che profumano così devono essersi rovesciate prima!"
"Non è vero, ma se mi chiamano Poirot tanto sono bravo a investigare!"
"Più che Puarot, direi Puarèt... e comunque dovresti saperlo che non si appoggiano le cose sopra al microonde!"

Ora non solo abbiamo tutta la cucina che iper profuma, ma si prospettano anche pietanze all'aroma di vaniglia e mughetto dell'Himalaya cucinate nel microonde... e tutto per colpa della mia maldestra coinquilina Alta...

mercoledì 12 maggio 2010

Il tempo della spesa

Una volta, per incontrare amici e conoscenti, andavo in giro la sera per locali. C'erano i locali fissi e quelli saltuari, quelli dell'happy hour e quelli del dopocena, ma in tutti era matematico imbattersi in volti noti e fermarsi a scambiare due chiacchiere tra un cuba libre e un long beach.
L'altra settimana, quando la Bassa era in vacanza, io e la Alta abbiamo commesso un errore madornale: tornare in uno di quei posti. Anzitutto il locale era cambiato, nel senso che è stato ristrutturato: al posto della sabbia per terra nella parte estiva tra le palme hanno messo dei tavolini su una base di cemento, al posto della veranda in plastica hanno messo le pareti in cemento. L'arredo è più alla moda e sono stati messi tavolini a sedere in ogni dove, ottimizzando gli spazi. Ma il cambiamento più grande era un altro: non c'era una mezza faccia conosciuta, neanche per sbaglio. E pensare che una volta lì conoscevo addirittura il gigantesco buttafuori (e la cosa faceva un certo effetto alle ragazze).
L'altra sera, invece, sono andato all'Esselunga vicino a casa la sera dopo le sette e mezza. E' lì che ora si concentra tutta la gente che conosco, tra il banco dei surgelati e quello delle offerte speciali. E in coda per la salumeria mi è capitato di fare alcuni degli incontri più sensazionali degli ultimi mesi.
Come cambiano i tempi...

martedì 11 maggio 2010

Gallina viziosa

"Cavolo, ma quante sono?"
"Uno due cinque sette nove e dieci" prova a contare la Bassa, che sta imparando la matematica dalla Alta Pitagorica
"No sono cinque... per ora!"
"Come per ora? Super Nonna Bis, cosa stai tramando?"
"C'è una gallina che si mangia le uova. appena becco qual è... zac, le tiro il collo!"
"Ma nooo un'altra? Possibile che non ci sia una soluzione?"
"Non lo so, ma mica può star qui a mangiare a sbafo e non far le uova"
"Ma perchè mangiano le uova?"
"é un vizio, se lo prendono non c'è soluzione se non tirare il collo"
"Ah...". La super nonna Bis è meglio non farsela nemica. "... e comunque complimenti per l'orto, davvero bello... ma non hai le zucche quest'anno"
"Eh no, l'anno scorso non ne hanno fatto neanche una... quindi zac, via!"
"Ah... pure loro. e invece questi fiori blu elettrico che ricoprono metà orto?"
"Questi... ma l'è che se ciaman... al me ricordi pu, comunque uso le foglie per fare la frittata".
"Sì ma hai voglia quante frittate devi fare..."
"E' vero, ma guarda ne ho piantata una e poi si sono moltiplicate... che soddisfazione".

L'arzilla pluriottuagenaria Super Nonna Bis continua instancabile la sua lotta con le galline mangia-uova. Nelle pause si occupa della gestione dell'orto (che fa sfigurare decisamente il mio) Ha dovuto anche mettere la coperta sopra l'insalata a causa del freddo: "Ma si può? Insci freg! Si rovinano tutte le foglie".
Quella Bassa invece ha finalmente fraternizzato con le galline che prima guardava con reverenziale ammirazione senza mai avvicinarsi troppo. Le ha accarezzate, le ha lanciato l'insalata da mangiare, si è fatta beccare un dito ed è anche caduta dentro il pollaio (già vedo tremare i genitori-Amuchina).

PS il dialetto milanese è stato involontariamente maltrattato durante questo post. Me ne scuso vivamente.

lunedì 10 maggio 2010

Simpatia al parchetto

E' bello la domenica mattina uscire per una passeggiata, anche se è quasi mezzogiorno.
E' bello la domenica a mezzogiorno andare al parchetto, in quanto la Alta decide che è fondamentale per lo sviluppo psicofisico della Bassa.
E' bello fermarti appositamente per salutare una coppia di conoscenti dotati di una bassa quasi nuova e vedere che si fermano a parlare quasi per obbligo, per poi salutarti e dirti "Noi andiamo" anche se vanno nella stessa tua direzione.
E' bello la domenica mattina arrivare al parchetto e scoprire che c'è un'altra coppia di conoscenti con "bassa quasi alta", che ti salutano a fatica in quanto impegnati a parlare con un'altra coppia basso dotata, presumibilmente compagno della scuola privata super chic.
E' bello trattenersi dal tirare un pugno al simpatico "bassoquasialto" della scuola privata che porge alla nostra Bassa uno dei suoi preziosi Gormiti e che, mentre lei sta per prenderlo, glielo sottrae dicendo "Noooo è mio non te lo do!" (della serie: Piccoli stronzetti crescono)
E' bello sentirsi salutare con un "Ciao Bassa, ciao mamma e papà della Bassa" dalla coppia di conoscenti che, oltre a non parlarti, non si degna neanche di chiamarti con il tuo nome.
E' bello scoprire che, siccome si tratta pur sempre del parchetto bilingue dove è impossibile trovare tutti italiani, gli unici che trovi molto simpatici sono una coppia mista lei araba e lui italiano dotati di Basso, semplicemente perchè sono molto easy e non si fanno troppe menate.

venerdì 7 maggio 2010

La frutta pendolare

Il sabato, nella parcheggio della posta, ci sono 4 bancarelle in croce che a vederle nel nostro mondo di mega mercati e super iper centri commerciali fanno quasi tenerezza.
Vendono prodotti di aziende della zona, è un'iniziativa della Coldiretti per sostenere il commercio locale. Ci sono formaggi, yogurt, frutta (poca, che qui da noi adesso non si va più in là di pere, mele e kiwi), verdura, carne, miele, vino... Tutto ha dei prezzi ragionevoli e, soprattutto, dei sapori buoni e genuini, come una volta.
All'inizio c'era poca gente, poi la voce dev'essersi sparsa e c'è chi ha addirittura si è modernizzato e ha messo il numerino per la coda. Altri invece non l'hanno fatto e tocca litigare con le vecchine... che non è mai un bello spettacolo.
E queste sono le verdure a km zero che abbiamo preso la buona, sana e consapevole abitudine di acquistare da qualche mese a questa parte.

Poi c'è la frutta a km. 1000. Quella che io ogni giorno infilo nella mia borsa del pendolare e porto con me sull'autobus, sulla metropolitana e poi nel tragitto a piedi, fino ad arrivare al mio posto di lavoro a Milano. L'ammirevole obiettivo è consumarla tra un pasto e l'altro.
La realtà è che, ogni giorno, la frutta resta dimenticata in fondo alla borsa e la sera ripercorre con me il solito percorso: tragitto a piedi, metropolitana, bus e casa.

Perchè l'importante nella vita è essere coerenti.

giovedì 6 maggio 2010

La goccia che fa traboccare il lavandino



La nostra casa ha un arredamento low cost con una sola eccezione: la micro cucina.
Per lei non abbiamo quasi badato a spese. Siamo addirittura andati da quei succhiasangue dei mobilieri (pur scegliendone uno "middle cost") e abbiamo scelto una cucina comepiaceanoi.
Considerando che solo la cucina si è presa un bell'80% del totale del budget stanziato per il mobilio, tornando indietro andrei all'Ikea e ne prenderei due o forse tre di cucine, ma questa è un'altra storia.
Presi dall'entusiasmo, abbiamo pure scialato su alcuni dettagli, tipo il rubinetto, che quella Alta voleva assolutamente grande e maestoso. E poi era tutta orgogliona e se ne pavoneggiava con gli amici durante le visite guidate che facevamoi primi tempi nel tre micro locali (anche perchè, per lungo tempo, la cucina era stata l'unica stanza arredata della casa... con quello che c'era costata!).

Tuttavia vorrei concentrarmi su questo rubinetto che vedete nella foto, marca Franke, che ci è costato una fucilata.
"Però è bello" diceva la Alta e infatti l'abbiamo preso.
Bello è bello. é rotante in tutte le direzioni e si può staccare per dirigere il getto d'acqua ad alta velocità dove si preferisce. Poi si può scegliere tra due getti: il getto pioggerellina d'aprile e quello acquazzone d'agosto.
Solo che ha un piccolo difetto.
Perde acqua.
Dalla base.
Sempre.
Le conseguenze sono che la base resta sempre bagnata e in più, avendo un'acqua molto dura, quando asciuga resta pure l'alone bianco del calcare sullo sfondo nero.
"Però è bello" insiste la Alta.
Sarà bello da vedere, ma devi concentrarti a guardare solo quello e non il contorno.

Ovviamente da bravo uomo di casa quale sono mi attivo per risolvere il problema.

Step 1
- Chiamo il mobiliere, perchè si sa che il valore aggiunto di non acquistare in un grande magazzino è che si paga un po' di più, ma hai l'assistenza. E come no?
Risposta: "Guarda, io posso anche venire ma non ho la più pallida di come fare".

Step 2 - Chiamo l'idraulico che è disarmante nella sua sincerità (ed è lo stesso già consultato per il wc intasato, ndr): "Guarda, io posso anche venire ma non trattiamo questa marca e non saprei da dove iniziare. La verità è che questi rubinetti li fanno pagare un sacco e poi non vanno".

Step 3. Cerco su internet e scopro dell'esistenza di certi filtri anticalcare venduti dalla Franke e ipotizzo che questo possa essere all'origine del problema. Richiamo mobiliere e idraulico e sono concordi nel dire che non servono per il mio problema.

"Però è bello" si intestardisce la Alta.
"Cambiamolo" dico io
"Giammai! con tutto quello che l'abbiamo pagato deve durare almeno 20 anni"
Appunto, con tutto quello che l'abbiamo pagato mi devo anche tenere le macchie bianche sul lavandino nero? Giammai!

La beffa. Per la cronaca, prima avevamo un rubinetto pagato 20 euro che funzionava così bene... che ora l'hanno preso i miei suoceri e lo usano con entusiasmo. E non perde neanche una goccia.

mercoledì 5 maggio 2010

La prima vacanza da sola

Le informazioni che siamo riusciti a ottenere sulla prima vacanza da sola della nostra coinquilina Bassa con i nonni sono parziali e incomplete.

1) Pare che la Bassa abbia trascorso gran parte del tempo cercando Heidi. Non l'ha trovata, ma le è stata spacciata come casa di Heidi una baracca qualunque tra i monti.
Scopriremo più avanti le ripercussioni che questo avrà sulla sua educazione.

2) La casa dove alloggiavano, come abbiamo constatato quando siamo andati a prenderla, era circondata da ortiche.
"Bassa, attenta alle ortiche che se cadi ti pungono" le dico.
"No, ma lo sa già" interviene il nonno Imperativo. "l'altro giorno ci è caduta dentro con la faccia".
Ah, ecco cos'erano tutti quei segni ed ecco perchè avevano risposto evasivamente alle domande in merito.

3) Per la prima volta nella sua vita è stato al lago. Una soddisfazione per lei che quando era arrabbiata diceva sempre "Vadoooo viaaaa... al lagooooo". Qui ha visto le papere "vere" (ossia non come quelle di plastica con cui mi accompagno abitualmente).
Adesso quando si arrabbia dice "vado via a casa mia". E lo dice anche quando è a casa. Che abbia acquistato un altro appartamento?

4) Ha visto delle mucche. Incertezza sul numero: "Quante erano, Bassa?" "Uno due cinque sette nove dieci!".
Le qualità matematiche deve averle ereditate dalla mia coinquilina Alta.

L'unica certezza è che il progetto PBV, per creare la Perfetta Bassa Viziata, ha fatto in soli tre giorni degli ottimi passi avanti.

Quello che ho capito è che mandare la Bassa in vacanza con i nonni è un'esperienza che riserva mille sorprese.

martedì 4 maggio 2010

The Hammer

"Leggi stooooria leggi leggiiiii stoooria"
"Sì un attimo che ti prendo il libro"
"Stoooooria storia leggi leggiiii"
"Amore n'attimo eh?
Va. Dopo un secondo torna con il libro e te lo sbatte in faccia
"Stooooria!!! leggi leggi storia!!! leggi! stoooria. Stooriaaaaaa!"


La Bassa, detta anche la dea kalì, si accompagna sempre con i bambolotti vintage che furono della Alta, "i fiammiferini" ("Mioooo mioooooo!" "Sì amore ora è tuo, ma una volta era della mamma...." "Mioooo, mioooooo!" "Va bene, è tuo") e due paperette di gomma. Il tutto tenuto dalle sue manine che spesso ne perdono qualcuno per manifesta insufficienza numerica. In questi casi è la tragedia:
"'bolotto! bolotto! dov'è bolotto? bolotto mioooo bolotto bolotto dov'èèèèè!?!?
"Non so sarà qui"
"bolotto bolottoooooo! dov'è?"
Inizia scena madre buttandosi per terra e genuflettendosi.
"bolotttooooo bolottooooooooo"
Partono le ricerche, coaudivati da un team di speleologi per avventurarsi sotto mobili e divani.

"Bagnooo bagnoooo ioooo bagno! bagno bagnooooo"
"Ma l'hai già fatto ieri, e il giorno prima di ieri, e ancora il giorno prima. Sei la bimba più pulita dell'universo"
"Bagnoooo bagnoooooo"
"Va beh. Aspetta che facciamo scendere l'acqua"
"Bagnoooo bagnooooo!"
"E che caspita, ci hai messo nove mesi a nascere, puoi aspettare nove secondi per fare il bagno?"

"Andiamoooo! andiamoooo! Giroooo!"
"Ma sono le sei di mattina? dove vuoi andare, dormi!"
"Andiamoooo! andiamooooo!". Prende la mano e trascina il malcapitato con sorprendente forza.
"Andiamoooo! Andiamooooo!".

Per questi e altri similari episodi la Bassa è stata ribattezzata "the Hammer".
La Alta sostiene che abbia preso questa particolare predisposizione di carattere da me, argomentando che quando c'è qualcosa che mi interessa divento particolarmente... insistente.
Io riconosco queste caratteristiche in mio papà, detto anche il Nonno Judo per il suo amore ossessivo per questa disciplina che, per altro, non ha mai praticato in vita sua. Ma, grazie alla modalità "hammer" è riuscita a farlo praticare a tre figli su tre e a tre nipoti su cinque (e solo perchè gli altri non hanno ancora raggiunto l'età legale per praticarlo).

lunedì 3 maggio 2010

L'insalata era nell'orto (pensile)



Dopo solo una settimana, e senza nemmeno l'aiuto del vascone super-tecnologico, ecco qui i risultati del mio orto pensile.
E son soddisfazioni!

"Ma non è che hai un po' esagerato con i semini e sono nate troppe piantine?" ha obiettato la mia coinquilina Alta.
"Donna! Anzitutto, visto il tuo pollice nero, non ti è consentito fare osservazioni! E poi non hai capito... che questa è una coltivazione intensiva!".

sabato 1 maggio 2010

Quando la Bassa è in vacanza

Dice che voleva cambiare aria. Dice che si annoiava a stare qui e che, essendo pure il primo maggio la festa dei lavoratori, era il caso di andare un po' in ferie.
Così la Bassa se n'è andata in montagna (anzi, collina, ma essendo lei Bassa sembra tutto più alto). Si è portata dietro pure i nonni, che almeno sanno cosa fare durante la giornata, che senza di lei sarebbe vuota.
è la prima volta della Bassa in vacanza senza di noi. Dopo un attimo di sconcerto iniziale, siamo corsi fuori, in uno dei luoghi che è precluso alle famiglie con bimbi piccoli: il cinema. Abbiamo scelto, quasi per caso, Basilicata coast to coast.
Un film che mi ha piacevolmente sorpreso, anzitutto per questa sconcertante rivelazione: la Basilicata è bagnata dal mare, addirittura da due parti (o è finzione cinematografica?!?! :-)).
Bello davvero, lo consiglio. E poi... abbiamo deciso che andremo in vacanza proprio lì, visto che l'hotel cane proposto dalla Bassa pare proprio sia tutto al completo!