giovedì 29 luglio 2010

Problemi idraulici

Replica estiva: prima puntata

La gestione di una casa con una coinquilina Bassa è difficoltosa. Ma lo è molto di più se, oltre a una Bassa, c'è una Alta che ci mette del suo.
Così mi sono ritrovato a fare una delle telefonate più imbarazzanti della mia vita... ecco qui il resoconto.

mercoledì 28 luglio 2010

Repliche estive

Premesse doverose:

1) Il mio lavoro è il programmatore informatico. Questo significa otto ore al giorno, tutti i giorni, davanti al pc. Dunque per me vacanza significa: "Niente pc"
2) Stiamo per partire in una landa desolata, abitata solo da pochi esemplari di razza umana. Internet c'è, non c'è? Il popolo si interroga
3) La partenza per tre settimane richiede uno spostamento di mezzi notevole. Il motto è: "Se sei indeciso se portare o no una cosa, tu portala". Quindi non c'è più spazio nemmeno per uno spillo. Figuriamoci un pc portatile

Per questi motivi non aggiornerò il Blog fino al mio ritorno. MA vi proporrò le repliche dei post vecchi che mi sono piaciuti. Insomma, farò il blog che imita la tivvù generalista in estate.
il motto è: "Piutost ca nient, l'è mej piutost"

Buone vacanze a tutti!

lunedì 26 luglio 2010

Buone Vacanze dal prof. Plautmasch


Mi sembra di capire che il BLOG chiuderà per ferie.

Anche perchè l'editore mi ha salutato dicendomi: "La saluto professore, me ne vado in vacanza". Sono o non sono un genio?

Beh ... poichè anche le mie vacanze sono imminenti, voglio augurare a tutti voi delle serene vacanze estive. Per quelli invece che le hanno già fatte, auguro un sereno rientro ... ci vediamo (spero) alla riapertura.
Lunga vita e prosperità a tutti.

La motivatrice

"Accidenti, mi sono fatto male"
"Non ti peoccupae. Vedai che passa" (Nota: La "erre" non è un suono che appartiene ala lingua Bassa)

"Cavolo non riesco proprio a fare questa cosa"
"No, non peoccupati. Vedai che 'iesci"

"Eh, ma no, di qui non riesco a passare"
"Sì, pova. Vedai che ce la fai"

"No, non ce la faremo mai e poi mai a preparare le valigie e partire senza che a tua mamma venga un esaurimento nervoso"
"No. Bassa va al ma'e"

Quando sembrano non esserci più speranze.
Quando credi che non ce la puoi fare.
Rivolgiti a quella Bassa.
Professione: motivatrice

venerdì 23 luglio 2010

Quasi vacanza.

"Quella Bassa ha BISOGNO di stare tanto tempo al mare, sennò in inverno le viene la tosse"
"Ok"
"Però, tre settimane al mare... non saranno troppe?"
"Eh forse sì".
"Allora dai, non facciamo tre settimane. Facciamo venti giorni"

Questa discussione avveniva qualche mese fa.
Ora la data della partenza finalmente si avvicina. Per vari motivi che non sto a spiegare, è finita che di giorni ne faremo 24: praticamente un mese, secondo il calendario personale di quella Alta.
Se non divorziamo prima della partenza (ma perchè le donne diventano così isteriche quando si tratta di un evento così felice come preparare la valigia?), torneremo a fine agosto.

Sono dilaniato da un dubbio: abbandonare i miei cinque lettori per quasi un mese al loro destino, oppure tenere desta la lora attenzione riproponendo post vecchi? In fondo all'inizio avevo come lettori solo i miei due affezionati colleghi (che saluto e ringrazio). E supponendo che pure gli altri tre lettori che si sono aggiunti col tempo siano pigri almeno la metà di me, non saranno andati indietro a rileggere quelli vecchi.
Dunque potrei fare come la televisione, che in estate propone le repliche.
Ma non credo che questa cosa funzioni sui blog.
O sì?

Nell'attesa di trovare una risposta vado a prepararmi per l'esodo.

giovedì 22 luglio 2010

Discorsi Bassi

In questo periodo la mia coinquilina Bassa è davvero spassosa. Ogni giorno regala delle perle che non posso esentarmi dal riportare per dovere morale verso la comunità.



Identikit.

"Amore, come sei brava!!!"

"Io non sono Brava, io mi chiamo Bassa"

"Giusto, Bassa"

"Mi chiama Bassa Bassorum" (che sta per nome e cognome, ma sapete, la praivasi...)

"Pure il cognome! E dove abiti?"
"A Bassettopoli"

"Wow! In che via?"

"Via dei Bassi"

"Che numero?"
"Tre!!!"
"Come tre?!!?"

"Ah ah! (Se la ride divertita)... no! uncidi!!!"

Ok, mia suocera le ha fatto il lavaggio del cervello per insegnarle l'indirizzo di casa perchè è terrorizzata all'idea che noi possiamo perderla (noi! così precisi, tsè!)... ma questa bimba è davvero prodigiosa, voglio dire, ha una percezione della realtà rara per la sua età... un momento, riprende a parlare:

"Io ho sette anni"

"Come hai sette anni? Bassa, non ne hai ancora compiuti due..."

"Io ho sette anni e vado a scuola".

Vabbè, forse c'è giusto qualche limatura da fare...



Crescendo.

"Quando divento grande metto 'matto?"

"Sì Bassa, quando diventi grande ti metterai lo smalto"

"Quando divento grande vado a 'cuola?"

"Sì, andrai a scuola"

"Quando divento grande ho patente?"

"Sì, beh, ma quando sarai moooolto grande"

"Quando divento grande ho le ali?"

"Beh quelle no, non credo"

Anche se con i progressi tecnologici che fanno di questi tempi non si può mai dire.





Take it easy.

"'azz... non trovo le chiavi della macchina... ma dove saranno? Bassa, accidenti, non le trovo..."

"Non ti peoccupae, vedai che le tovi"



Memoria d'elefante.

"... e comunque quella Bassa ha una memoria prodigiosa! Si ricorda di cose magari successo tempo prima o di dettagli così piccoli da apparire insignificanti. Cioè, è strabiliante, si vede che ha preso tutto dai genitori, in queste cose la genetica fa la sua parte...Come l'altro giorno, pensa, se n'è uscita con una cosa che mi ha fatto restare davvero di sasso... mmmh, aspetta cos'è che era? Alta, tu te lo ricordi?"
"Ah, è vero... però no, al momento non mi ricordo..."
"Vabbè, e poi anche altre volte è successo. Ad esempio... vabbè insomma, lei comunque si ricorda tutto. Proprio come i genitori"

lunedì 19 luglio 2010

I lunedì di Plautmasch

IL LATO OSCURO

Carissimo editore, l’argomento di questa settimana è stato proprio lei a suggerirmelo, durante il nostro ultimo incontro. Se ben ricorda ci eravamo incontrati a pranzo per discutere la nuova linea editoriale.

“Colore professore, qui ci vuole più colore”

“Che cosa intende, giovanotto?”

“Gossip! La gente vuole gossip ... gossip e notizie reali.”

“Uhmmm ... capisco ... cercherò di adeguarmi ... posso chiederle una cosa?”

“Si, certo”

“La vedo un po’ pensieroso, benedetto ragazzo: c’è qualcosa che non va?”

“Beh ... si ... sto per intraprendere un viaggio.”

“Che bello, anticipa le vacanze? Formentera? Forte dei Marmi? Forte Apache?”

“No ... no ... nulla di tutto questo professore ... voglio esplorare il mio lato oscuro”

“Ne è sicuro? E’ molto pericoloso farlo: è mio dovere invitarla a desistere.”

“Oramai ho deciso ...”

“Giovanotto, non lo faccia ... la prego ... se serve farò un appello pubblico ... sono sicuro che firmerà anche la mia amica Margherita (HACK n.d.P.)”

Il pranzo finì con una mia totale sconfitta: è ampiamente documentata la risolutezza con la quale LEI inizia le cose.

Il lato oscuro, cominciai a pensare.

Tutti noi ne abbiamo uno. Abbiamo un lato bianco, molti lati grigi, ma anche un lato oscuro che la maggior parte di noi evita di attraversare. Anche io ne ho uno. Venne fuori nel 2006 quando alla premiazione del nobel per la chimica cercai di strangolare il vincitore: Roger D. Kornberg. Quel premio lo meritavo io! Le “puzzette Plautmasch” di mia recente invenzione erano qualcosa di meraviglioso: fialette puzzolenti personalizzabili. Certo, forse non portavano nessun contributo alla ricerca scientifica, ma potevano allietare feste e celebrazioni.

Maledetto lato oscuro dei Plautmasch!!! The dark side of the Plautmasch. Nelle mie “Cronache dei Plautmasch” ne parlo con discrezione poichè si tratta di bui e raccapriccianti capitoli della storia della mia famiglia. Come quello di Arcibald Nelson Plautmasch. Una fredda sera del dicembre del 1971 usci sconvolto dalla sua abitazione di Londra. Aveva appena litigato con la moglie minacciandola di strangolarla con un suo calzino usato.

“Ho letteralmente perso la testa” Confidò a uno sconociuto davanti a un PUB, avevano entrambi dei grossi bicchieri colmi di birra.

“Il mio maledetto lato oscuro!” L’altro annuì sorseggiando la sua birra.

“Tutti ne abbiamo, sicuramente anche lei, mio caro. Del resto anche la luna, quella magnifica luna che ci sta osservando adesso dal cielo, ha il suo lato oscuro che non ci mostra mai ...”

L’altro smise di bere e senza dire una parola se ne andò.

Il suo nome era Roger Waters.

Lunga vita e ... alt ancora un attimo di pazienza. Un paio di giorni fa, al telefono.

“Buon giorno Professore, ha pronto il pezzo?”

“Si, quasi ... ci sto lavorando.

“Benissimo!”

“Lo vedo ... la sento molto bene, come sta procedendo il suo viaggio?”

“Viaggio? Quale viaggio?”

“Quello attraverso il suo lato oscuro ...”

“Ah, quel viaggio ... ho finito quasi subito: troppo pericoloso e troppo faticoso”

“Capisco ...”

Perchè non mi stupisco affatto?

Adesso si: lunga vita e prosperità a tutti.

giovedì 15 luglio 2010

Summer trend Bassi

Ecco la personale classifica dei summer trends 2010 della mia coinquilina Bassa:

Terza posizione: il cappello. Accessorio immancabile per l'estate, rigorosamente di pile.

"Bassa mette cappello" (Cappello=cappellino di pile a forma di anatra sbucato fuori per sbaglio dall'armadio e indossato dalla Bassa per andare in giro con 40° all'ombra)

Al secondo posto, le t-shirt. Ovviamente nuove.

"Uh! Bella maglietta! E' nuova?" (=sai che a me non sfugge niente. Questa t-shirt che indossi è indubbiamente un nuovo acquisto, complimenti!)

"Bassa mette maglietta nuova! Adesso!" (=voglio mettere quella maglietta nuova che mi hai comprato e che mi hai appena fatto vedere! che devo essere una bimba fashion in qualsiasi momento. Sì anche quando mangio e sì anche quando dormo: ho un'immagine da difendere, io).

Al primo posto, incontrastato in cima alla classifica dei summer trends dell'estate 2010, c'è lo smalto alle unghie. Un must irrinunciabile.

"Hai matto grigio? Bello matto grigio. Anche 'osso bello". (= vedo che ti sei pittata le unghie con questo smalto di colore grigio. La trovo una nuance graziosa, anche se quella rossa che avevi precedentemente era di mio gradimento in egual misura)


"Signora ha smalto azzurro!" (=Wow, guarda quella! Hai visto che figo lo smalto azzurro che sfoggia?)


"TuaAmica ha smalto blu? Anche Bassa quando grande mette matto" (= ricordo che l'altro giorno ho visto la TuaAmica che sfoggiava uno smalto dal colore blu che mi ha molto colpito. Credo che non appena riceverò l'autorizzazione per farlo mi dipingerò anch'io le unghie e finirò così di ammirare invidiosa quelle altrui)

mercoledì 14 luglio 2010

Il mio papà NON sa tutto

L'avevo addocchiato la prima volta quando la mia coinquilina Alta, immobilizzata dal pancione, mi aveva affidato una missione: "Vai in libreria a comprare un manuale d'istruzioni che ci spieghi come funziona un bebè". Tutti i manuali mi sembravano una collezione di luoghi comuni, volti a riempire la testa di cazzate. Tutti, tranne lui: "Il mio papà sa tutto".
Un titolo che era all'altezza del mio ego. Chiamo la Alta, le spiego le mie ragioni, lei non approva e pone il veto all'acquisto urlando improperi. Decido di non turbare il suo status e rimando l'acquisto.

Poi quella Bassa nasce, cresce e inizia a fare domande scomode e ne sento sempre più la mancanza. Finchè, finalmente, decido di comprarlo e lo ordino su internet.
Mi arriva a casa e inizio a leggerlo con grandissime aspettative.










Le premesse erano buone: è la storia di un papà/giornalista americano che ha raccolto le domande più curiose fatte dal figlio e da altri bimbi e ha cercato le risposte con l'aiuto di esperti.
Io mi aspettavo un elenco di domande curiose e divertenti, magari divise per argomento, con le rispettive risposte.

E invece no.

Il tizio racconta la storia della sua vita: di quando era piccolo, di quando è cresciuto e si è sposato... cose che a me non interessano minimamente. E va beh, penso, magari questo è solo l'inizio, per contestualizzare, poi ci saranno le domande e le risposte.
Di domande qua e là ce ne sono di interessanti. Di risposte, neanche l'ombra.


Anzi, la situazione peggiora.

Secondo capitolo: la moglie un bel giorno accompagna il bambino di quattro anni in biblioteca ("perchè la cultura è importante, è la base di tutto" si premura a spiegare), dove incontra altri bambini della stessa età che sanno tutto sul sistema solare e lo spazio.
Suo figlio invece, non conosce l'argomento.

E va beh, ha solo quattro anni, penso io.

Invece no: la mamma corre a casa in preda al panico, lancia l'allarme e si mettono tutti quanti a studiare il sistema solare per farlo stare al passo con i coetanei, che hanno più nozioni di lui sull'argomento.

Ora... A me questo tipo di atteggiamento basta per farmi odiare lui e tutta la sua famiglia.

Per rispondere alle domande della Bassa non mi resta che iscrivermi alla facoltà universitaria di Tuttologia.

martedì 13 luglio 2010

La prima favola

Da qualche giorno, quando si trova da sola, la mia coinquilina Bassa racconta delle storie ai suoi amici peluche. Narra la leggenda che ne abbia inventata una che parlava di un gattino bianco e un'altra su una mamma arrabbiata.

L'altra sera, per la prima volta, ha voluto raccontarcene una per farci addormentare (e, contestualmente, per tenersi sveglia lei, visto che odia dormire).

Per noi ha scelto una storia molto speciale, che recitava esattamente così:.


"C'era una volta un gattino piccino picciò che si chiamava... Cacca".


PAUSA CARICA DI PATHOS.

Il pubblico si interroga, con il fiato sospeso. Cosa accadde al gattino? Cacca era il suo vero nome oppure un soprannome, dovuto magari alla sua poca attenzione all'igiene intima o, peggio ancora, a qualche disturbo nel controllo degli sfinteri? Come viveva il piccolo felino all'interno della comunità gattesca? Era emarginato per via del suo nome oppure era un nomignolo affettuoso?

Nessuno lo saprà mai, perchè quella Bassa, dopo questo incipit accattivante ha cambiato discorso con nonchalance.


"Mamma, devo dirti UNA COSA"
"Dimmi amore"

"Oggi sono andata al mare"

"Ah sì? E con chi?"

"Con G. e N. (i figli dei nostri amici, ndr)"

"Bene. ora dormi, eh?"


(quest'ultima parte è un ritornello, nel senso che per avere una visione reale di quello che è veramente successo va letto almeno cinque volte. Dopo di che abbiamo finalmente trovato il tasto "off")

lunedì 12 luglio 2010

I lunedì di Plautmasch


Bene, anzi benissimo. Meravigliosamente bene.
Vedo che il BLOG in codesto periodo è stato testimone di nuove nascite e questo mi fa sentire bene. Ho già detto che ogni bimbo/a che nasce porta gioia e speranza e questo non solo in quella casa fortunata che vede il suo arrivo. I bambini sono il nostro futuro, una fonte di energia rinnovabile che ci carica e che ci spinge ad andare avanti, nonostante tutto. Già nonostante il mondo nel quale ci troviamo, un mondo che, diciamocela tutta, proprio bello non è.
Riprendo un argomento già espresso nel mio “Cicogna alla gogna” che sfocia inevitabilmente in un unico grosso interrogativo: perchè le donne e gli uomini continuano a fare figli? Faccio notare che nel mio interrogativo ho volutamente anteposto le donne agli uomini.
Donne che a mio modesto avviso durante e dopo il parto assurgono a un piano riservato soltanto alle dee: rispetto, ammirazione, venerazione.
Ma non distraiamoci e torniamo in argomento.
In realtà i genitori che in un momento come questo decidono di fare un figlio andrebbero premiati per il loro atto di coraggio. Ma cosa li spinge, in realtà?
Per mesi ho girovagato in molte sale parto di tutto il paese, intervistando donne, uomini, ostetriche e ostetrici.
Ecco il mio risultato che vi presento secondo uno schema oramai consueto.

Assegno famigliare
Non facciamo gli ipocriti: oggi fare un figlio conviene economicamente. Quei 20/30 euro aggiuntivi in busta paga sono una autentica manna. Inoltre è possibile beneficiare di una quantità imbarazzante di aiuti statali. Dal nido gratis, al cospicuo bonus bebè, fino ai pannolini a buon mercato.

Masochismo
Pannolini sporchi, notti in bianco, niente happy hour, poche uscite serali, costante nervosismo per continui capricci. Non aggiungo altro. Ci siamo capiti.

Immortalità
Tramite i figli dei figli dei nostri figli ... una parte di noi continuerà a vivere. Se ci pensate bene è la vera forma di immortalità a cui tutti, chi inconsciamente chi consciamente chi spudoratamente (non è vero Silvio?) , aspirano.

Ansia da cronometro
E’ di attualità il dibattito su quanto possa durare in media l’atto sessuale. (Veramente è sempre di attualità). Recenti ricerche sembrano rivelare che la media ottimale è di 13 minuti. Questo stabilisce una volta per tutte che l’ansia da prestazione arriva fino alla fatidica barriera dei 12 minuti e 59 secondi. Tutto ciò è semplicemente pazzesco. Poveri maschietti con il cronometro in mano ... un occhio alla compagna ... uno al cromentro ... dai ... ancora 51 secondi ... come? A te non risulta? ... Santo cielo ... fatale distrazione e: PATATRAC! da 13 minuti a 9 mesi.

Fini pensionistici
Purtroppo stiamo tornando a come era un tempo: fare i figli per poter essere mantenuti da vecchi. La soglia della pensione si sta spostando sempre di più, sia per uomini che per donne e quando ci arriveremo (se mai ci arriveremo) avremo una pensione da fame.
Lunga vita e prosperità a tutti.
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Il lunedì il Corriere della Sera ha Alberoni, Beppe Grillo ha Marco Travaglio e questo Blog ha l'onore di ospitare il contributo del prof. Wildebrando Apollonius Plautmasch. Esperto in "Scienza del comportamento umano", il prof. Plautmasch di professione è tuttologo nonchè autore di molti trattati e libri che lui stesso non saprebbe probabilmente elencare al completo.

venerdì 9 luglio 2010

La disfatta pensile






Doveva essere la mia risposta "green" alla crisi economica.


Doveva diventare una fonte di sussistenza per la mia famigghia.


Doveva diventare motivo di vanto con i colleghi alla macchinetta del caffè: "Sapete, oggi mangio solo frutta del mio orto pensile, quello che coltivo sul micro-balcone".


Pur avendo un pollice incredibilmente verde, ero consapevole della mia pigrizia e dunque avevo addirittura fatto un impianto di irrigazione automatico con tanto di timer.... Roba che neanche MacGyver si sarebbe sognato.


Avevo piantato tre cassette di insalata: ricordo ancora la gioia provata nel veder spuntare, dopo solo una settimana, le prime piantine. Ma dopo il primo taglio, è stato il deserto quasi totale.

Avevo piantato dei pomodori direttamente nel sacco di terra, con un metodo che secondo me era così minimal da rasentare la genialità. E infatti le piante sono cresciute a dimisura, tanto che i rami si sono piegati su se stessi per il peso. E si sono rotti. Sopravvivono 4 pomodorini che la mia coinquilina Bassa usa per giocare a biglie perchè fuori sono rossi, ma dentro sono acerbi.


Avevo piantato le zucchine, ma non le ho tenute abbastanza al sole e quindi sono sbocciati solo i fiori ma non i frutti.


Insomma, dopo il fallimento dei miei detersivi eco-compatibili mi trovo costretto ad annunciare con grande rammarico anche il fallimento del mio orto pensile.


Riposi in pace.




giovedì 8 luglio 2010

Sogni d'oro (anzi, d'argento)

La buona notizia è che la mia coinquilina Bassa non si addormenta più nel lettone.

La cattiva notizia è che la mia coinquilina Bassa non si addormenta neanche nel suo lettino.

Si addormenta in sala, sdraiata per terra, sia con la televisione accesa, sia al buio.
E guai a spostarla (per fortuna che riposa sul mio parquet modello Iroko finito a cera... ah meno male, così sto più tranquillo!)

La buona notizia è che la mia coinquilina Bassa ieri si è finalmente addormentata alle nove, in un orario ragionevole per una bambina della sua età, anzichè tirare tardi fino alle 10.30/11.

La cattiva notizia è che la mia coinquilina Bassa stamattina si è svegliata alle 6, anzichè alle 7.30 come fa di solito.

E' così dimostrata la mia teoria secondo cui questa bambina ha evidentemente bisogno di dormire poco, proprio come il suo papà. Al contrario della sua mamma che oggi è intrattabile causa mancanza di sonno.
In sostanza la mia coinquilina Alta dorme di più di quella Bassa.
Credo che questa cosa meriti di essere ripresa in uno dei quei manualoni di pedagogia tanto adorati dalle donne, in cui si recita: "Il bambino di due anni ha bisogno di dormire 12 ore a notte più due durante la giornata".
Tsè, che venissero a casa mia...

mercoledì 7 luglio 2010

Terrorismo neonatale

1) La nascita di un bambino.... è come uno tsunami che si abbatte su casa vostra
2) Ricordate: i prossimi 40 giorni NON sono la realtà
3) Un bambino è una rivoluzione copernicana: prima tu sei il centro del mondo, ora il centro è lui

"..."
"Allora, quale scrivo?!?"
"Ma un semplice "Benvenuto!" o "Auguri" non va bene? Così li spaventi!"
"E' giusto che sappiano! E poi quell'altra mia amica ancora mi ringrazia per la frase dello "tsunami", dice che sono stata la prima a metterle la pulce nell'orecchio..."
"Va beh... allora la 2, mi sembra la meno peggio. Ma per l'altro non va bene... hanno già un figlio, questo è il secondo".
"Allora basterà un semplice: "Già lo sapete. In bocca al lupo!"

Il 4 luglio sono nati due bimbi, figli di amici. Per il futuro devo ricordarmi di non affidare più il compito di scrivere i bigliettini d'auguri alla mia coinquilina Alta: lei più che altro fa del terrorismo ai neo genitori.

martedì 6 luglio 2010

La voce dell'irriverenza

Perle di una bambina logorroica a due mesi dal secondo compleanno.



Al telefono.
Dopo essersi esercitata per mesi parlando con telefoni giocattolo e altri improbabili oggetti usati come cornetta, inizia a interagire al telefono. Due le domande di rito:
1) "Dove sei?" (="la tua voce è qui, ma il tuo corpo fisico dove si trova?" Che in effetti è una domanda che ha una sua logica)
2) "Come si chiama tuo papà?" (perchè quella Bassa ha un retaggio arcaico, per cui chiede l'origine della famiglia per collocare meglio l'interlocutore. Il prossimo passo sarà l'uso dei patronimici)

Una cosa.
"Mamma, mamma, vieni. devo dirti una cosa". (Per sentire questo tipo di frase speravo di dover aspettare almeno qualche anno. E comunque poi la "cosa" non la dice)

L'architetto.
Costruisce con soddisfazione torri con i pezzi di lego gigante e morbidoso. E ogni volta cerca l'acclamazione del pubblico.
"Vieni a vedere cosa ho fatto! Una torre!!!".
"Brava! Ma che bella torre"
Una botta di autostima.


Vendetta alla suocera
Per mia suocera l'abbigliamento è molto importante. La vado a prendere una sera a casa sua. Mi guarda e dice: "Nonna è vestita male". La suocera ha un sussulto, ma sembra reggere bene l'urto. Il motivo è che crede che la bambina parli senza cognizione di causa, infatti indaga: e arriva il colpo di grazia.
"E il tuo papà com'è vestito? Male anche lui?"
"Papà vestito bene! Nonna male!"
Colpita e affondata.



Fase Giuliacci
"C'è vento e poco sole"
"C'è sole e molto vento"
"Oggi è una bella giornata"
"Piove?"
"Speriamo piova" (eh sì siori e siore, pure un bel congiuntivo!)
Ogni giorno la Bassa si diletta nelle previsioni del tempo in qualche luogo sconosciuto del mondo. Perchè il tempo di cui lei parla non è mai quello reale.



Per la precisione.
"Cosa vuoi mangiare, Bassa? Vuoi mangiare un succo?"
"No, lo voglio BERE!!!"


La voce dell'innocenza.
In un negozio di vestiti. La proprietaria è (era?) nostra amica. La bimba è adorabile e lei, neo mamma a sua volta, è entusiasta: "Ma che bella bambina, e come parla! Dai allora ci vediamo presto, eh!" Abbiamo praticamente un piede fuori quando la Bassa chiede: "Cos'hai in pancia?" Attimo di gelo.
"Come cos'ho nella pancia? la maglietta?" cerca di sdrammatizzare lei.
"C0s'hai in pancia?" prosegue imperterrita la bassa.
"L'ombelico, intende l'ombelico" dice la Alta spingendo la bimba verso l'uscita.
"Noooo! Pensa che ho un bimbo nella pancia! Perchè sono grassa! E lo dice la voce dell'innocenza, quindi non ci sono scuse!"
Meno male che avevamo già pagato, sennò col cavolo che ci faceva lo sconto...

Non ho l'età
Ai parchetti. Si arrampica su una gioco casetta inarrivabile per gli adulti. La abbandoniamo al suo destino di interazione con altri bassi. Arriva nella casetta e si siede di fianco a una bimbetta che sta giocando con i suoi "stacca-stacca"
"Ciao, mi chiamo Giada, ho cinque anni" Dice questa bimba con voce squillante dando tutte le coordinate di base per l'interazione tra bassi.
Dopo un po' sentiamo questa Giada urlare dietro alla Bassa: "MA ALLORA SI PUO' SAPERE QUANTI ANNI HAI? DUE, CINQUE O SETTE?". (Si presume che alla fatidica domanda di Giada: "Quanti anni hai? La Bassa abbia risposto evasivamente come fa di solito quando si tratta di numeri. Questo deve averlo preso dalla mamma....)

Nella panza.
La vedi armeggiare con un gioco a forma di molla e la maglietta. Poi arriva con una panza dalla strana forma.
"Ho mangiato molla. Ora è nel pancino".
Per fortuna, all'esterno.

Coccolona.
Un bel bacione stampato sulla guancia e poi la frase che ti scioglie: "Ti voglio tanto bene!".
Ora lo fa anche con me, non solo con la sua mamma. E dopo questo può anche ottenere la promessa di avere il motorino, la patente...


lunedì 5 luglio 2010

I lunedì di Plautmasch


Non poteva che essere un tema "scottante", quello scelto dal nostro professor Plautmasch come argomento di questa settimana davvero calda a livello meterologico.


Il nostro opinionista e tuttologo, questa settimana ci parlerà di "Bambini e televisioni.



Avevo appena terminato la conferenza “Bambini e programmi, paranoie e anche drammi” presso una nota università Milanese e come consueto passai alle domande del pubblico.
Il primo fu un giovine di bell’aspetto, abbronzato e con un viso invero simpatico.
G: “Esimio professore, in definitiva: ai bambini fa male passare troppo tempo davanti alla televisione?”
P: “Da un punto di vista puramente logistico, direi proprio di no. Trovarsi dietro potrebbe essere alquanto problematico. Comunque sia sarebbe meglio se la televisione fosse spenta o perlomeno non frequentemente accesa …”
Secondo giovine: “Ne è sicuro? Non trova invece che la televisione possa forgiare le generazioni di domani?”
P: “Dipende dall’uso. Un uso smodato creerebbe sicuramente una generazione di imbecilli. Secondo me sulle televisioni dovrebbero scrivere Attenzione NON è un medicinale, ma l’uso prolungato potrebbe causare danni collaterali irreversibili”
Terzo giovine: “In che senso? Si spieghi meglio …”
P: “Vede … la maggior parte dei programmi che passano in televisione sono poco più che spazzatura. E mi scuso se offendo la spazzatura. Stiamo chiaramente assistendo a un degrado socio-culturale e la televisione, mio giovani interlocutori, ha il suo bel grado di colpa.”
Quarto giovine: “Professore, non ho ancora ben capito ma lei guarda la televisione?”
P: “Non la guardo e nè la seguo: la osservo. Il mio è unicamente un approccio professionale. Tranne per Piero Angela. Ho una autentica passione per Piero Angela.”
Quinto giovine: “In definitiva: ha la giusta ricetta?”
P. “Giovanotto, mi ha forse preso per un medico? No, non ho una ricetta. L’ideale sarebbe far capire ai nostri figli che nulla di quello che vedono in televisione è reale, nemmeno Bruno Vespa. C’è naturalmente qualche eccezione. Ricordo che una mia recente ricerca ha portato alla logica conclusione che noi tutti siamo potenzialmente dei Power Rangers”.

*Di lunedì il Corriere della Sera ha Alberoni, Beppe Grillo ha Marco Travaglio e questo Blog ha l'onore di ospitare il contributo del prof. Wildebrando Apollonius Plautmasch. Esperto in "Scienza del comportamento umano", il prof. Plautmasch di professione è tuttologo nonchè autore di molti trattati e libri che lui stesso non saprebbe probabilmente elencare al completo.

giovedì 1 luglio 2010

Il regolamento di condominio

Nel condominio nuovo e chic dove abito hanno appeso in ascensore un cartello:

Cari condomini,
con la presente io vostro supremo amministratore vi ricordo alcuni articoli del VOSTRO regolamento condominiale:


1- Non si disturbano i vicini con schiamazzi, musica, giradischi (giradischi?!?!) (= Caro giovane inquilino che sei da poco venuto a vivere al secondo piano nell'appartamento figo del palazzo figo e pensi di farti bello con gli amici organizzando delle festicciuole o magari riunendo tutta la cumpa per vedere la partita dei mondiali, te lo diciamo nero su bianco: hai sbagliato a capirla. Qui siamo tutti sufficientemente frustrati da impedirti un po' di legittimo divertimento, anche se lo fai solo ogni tanto e anche se la musica non è poi tanto alta e anche se non è fino a tardi. Perchè noi siamo sadici UAUAUAUAUAUA (risata satanica))

2- Gli affittuari sono tenuti a rispettare il presente regolamento (= Già, caro giovane inquilino del secondo piano, ce l'abbiamo proprio con te, nel caso avessi qualche dubbio).

3- Non si portano animali in ascensore (= Già che ci siamo, togliamoceli tutti questi sassolini dalle scarpe. E questo è per te, gentile signore anziano del quarto piano proprietario del bassotto, mò sono cazzi tuoi: ti fai le scale a piedi. Oppure tu vai in ascensore e lui a piedi. Del resto, soprattutto quando piove, il tuo animale puzza e quando l'ascensore entra direttamente nella casa del super attico del Pivius, la impesta. Così che la di lui moglie, la Pivia, o la di lui cameriera in divisa è costretta a spruzzare del deodorante. Quindi, te ne vai a piedi, perchè lui ha molti più millesimi di te e quindi più potere!)

4-Non si trasportano mobili in ascensore (= ok, è vero c'è un ascensore e sarebbe tanto più comodo usarlo per portare i mobili. Ma non dimenticate che noi siamo sadici e voi dovete sgobbare sulle scale UAUAUAUAUA (risata satanica)")

5- Non sono ammessi mobili sul balcone di altezza superiore al parapetto (= che questo è un condominio chic mica a caso, dove l'apparenza è tutto. E se non sapete dove appendere le scope perchè questi sono micro-appartamenti, cazzi vostri, noi siamo sadici UAUAUAUAUA)

Ora torno a casa prendo una penna e scrivo sul foglio: "Ma come siete pesantiiiiiii!".


(Da notare che non c'è nessun riferimento al fatto che non è buona cosa e giusta che i bambini giochino in giardino a palla danneggiando l'erba. Questo, ovviamente, non perchè i miei vicini amino follemente i bambini, ma perchè anche il giardino è micro, tanto che i PierPivi (figli del Pivius) giocano a calcio in garage tra i gas tossici e il rischio di essere investiti dalle auto. Perchè l'attico è bello, ma se giochi a calcio sul balcone al quinto piano e sbagli un tiro mandando fuori la palla.... 'so cazzi).