martedì 24 agosto 2010

Post DARK

NOTA: Questo post ha un tono decisamente foscoliano che stride un po' con l'andazzo volutamente leggero che contraddistingue abitualmente codesto Blog. Ma tant'è, oggi va così. Per stemperare il tutto è consigliato ascoltare questo

Quando diventi genitore, provi per tuo figlio un sentimento nuovo, di un'intensità mai provata prima: un amore unico, viscerale e assoluto.
Insieme a questa emozione, ne nasce un'altra, di uguale intensità ma di natura opposta: la paura che a tuo figlio succeda qualcosa di brutto. E' una paura che nasce nello stomaco, stritolandolo, e che poi sale su, fino a bloccarti letteralmente il respiro.
E' la paura che il bimbo finisca sotto una macchina; che si perda; che qualcuno te lo porti via.
Paura che ingoi un pezzo di cibo troppo grosso; che faccia il bagno dove non tocca; che si tiri addosso la pentola dell'acqua bollente.
Paura che gli venga qualche brutta malattia; che si sporga troppo dal balcone; che tocchi le prese della corrente; che batta la testa proprio dove non deve.
E poi ci sono tutte quelle cose di cui non sai nemmeno che devi preoccuparti, ma che possono trasformarsi in trappole senza scampo, come una buca gigante scavata da chissà chi in spiaggia.
Nella nostra società si parla poco di morte, figuriamoci di una cosa terribile come la morte di un bambino.
Una volta no, era diverso. Le famiglie avevano tantissimi bambini ed era inevitabile che qualcuno non diventasse grande. Nei paesi del Terzo Mondo la morte è una compagna con cui si gioca fin da piccoli.
Ma per noi, noi che siamo stati così fortunati da vivere in questo specchio di mondo, la morte dei bambini non riusciamo a concepirla. E ancora meno a conviverci.

5 commenti:

  1. e' vero siamo fortunati. Ma queste paure che ogni genitore riconosce, sono anche secondo me il modo migliore per non abbassare mai la guardia, per non pensare "tanto non capita" finche' non e' troppo tardi.
    Siamo fortunati a vivere in un angolo di mondo in cui la vita ha valore individuale, non di massa, dove ogni vita e' vista come soggetto e non oggetto.
    Teniamoceli cari questi valori, questa visione della vita, che non sono ne' scontati ne' condivisi ovunque. Anzi.

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  2. brrrrividi.Anche a me succede, da quando sono mamma, di fermarmi a riflettere su determinate cose che prima, vuoi per leggerezza o incoscienza, non mi sfioravano proprio...(tipo la pentola dell'acqua bollente, il pezzo di cibo troppo grande, le persone che potrebbero portarla via/farle male...)e adesso invece si piantano li, "come un ovosodo che non va nè su nè giù"...
    ps.e stemperiamo, va..cosa di meglio di un Elio in gran forma?
    pps. mi piace il tuo blog..t'offendi mica se ti linko?Boh, io ti linko, poi si vedrà! :)

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  3. @manu: hai ragione, dimenticarsene è fin troppo facile.

    @mammamagò: linka linka pure e grazie per i complimenti! ennio e le storie fese hanno sempre la parola giusta per ogni occasione!

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  4. ogni tanto ci vuole, un post "impegnato".

    e mi ha dato i brividi, aprendomi un minuscolo spiraglio sul mondo del genitore.

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  5. la settimana scorsa nel paese vicino al mio è morto un bimbo di sette anni
    così all'improvviso... fatta l'autopsia hanno riscontrato una miocardite (boh) che non da nessun sintomo. il bimbo è morto durante la notte e la mamma l'ha trovato la mattina!
    io sono rimasta annientata dalla notizia! non riesco a mettere Pisolo neanche nella culla e me lo temgo nel letto per controllarlo!
    anche la storia della buca è brutta però dico i genitori a che cavolo pensavano????
    mammina74

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