giovedì 8 aprile 2010

L'indiano/1

Estate 2008.
Tutti i venerdì sera quella Alta, che era incinta e con l'olfatto amplificato, mi annusava come fa un cane con l'osso.
"Ma cos'è quest'odore che ha la tua pelle? E' strano..."
Le pause pranzo del venerdì pomeriggio trascorse al ristorante indiano vicino al lavoro avevano l'effetto di farmi trasudare curry per i tre giorni successivi.
"Non puoi portarmi a casa una schiscetta di pollo tandoori?" supplicava la Alta.
"Ma no non fanno take away... poi ci sono 30 gradi, ora che arrivo a casa il pollo tandoori è volato in India..."

Marzo 2010.
In uno slancio di generosità decido finalmente di portare quella Alta a mangiare al ristorante indiano vicino al mio lavoro. Estendo l'invito ai miei colleghi che accettano a tre condizioni:
1) Che se ne parli nel blog (e per chi ha opposto motivi di privacy rispondo con una democratica pernacchia PRRRRRRRR)
2) Che non fosse applicato il mio vecchio "trucco della macchinetta del caffè" (che consiste nell'invitare i colleghi alla macchinetta per bere un caffè e poi, una volta lì, accorgersi di avere la chiavetta senza soldi e di non avere moneta e di farselo offrire.
3) Che la Bassa venisse con noi (condizione non accettata perchè sennò avremmo trascorso tutta la sera a rincorrerla)
4) (avevo detto tre?) Che la serata si svolgesse il mercoledì sera, unico giorno della settimana in cui tutti i miei impegnatissimi colleghi e rispettive consorti erano liberi.

Il mercoledì concordato nevica. L'impraticabilità delle strade milanesi ci spinge prudentemente a rinviare.
La settimana successiva uno dei miei colleghi viene colpito dal temibile virus intestinale, detto anche il virus del cagotto, e si dichiara inabile a partecipare alla cena. Si rimanda alla settimana successiva.
La settimana successiva quella Alta ha un impegno di lavoro. Rimandato.
La settimana successiva un mio collega millanta una festa di laurea.
La settimana successiva un altro mio collega non viene perchè la casa è stata invasa dalle cavallette.
La settimana successiva lo stato della borsa di Hong Kong fa stare in pensiero un altro mio collega che non se la sente di partecipare.
Insomma, passano dei mesi e alla fine decido di far valere la mia proverbiale autorità lavorativa. Sono inflessibile e pongo a tutto il cucuzzaro un aut aut: o questa volta o mai più.
Il giorno precedente all'evento a quella Bassa viene la febbre.
Da bravi genitori degeneri, decidiamo di andare ugualmente.

13 commenti:

  1. ..mah..era ieri..?! siete andati e com'era sta cena??? e soprattutto per la privacy: i nomi please!! ;-)

    ps. come sta la Bassa???

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  2. Mi dispiace per le cavallette, ma domani ci racconti come è andata...

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  3. Io commento qui perchè non so poi se leggi i commenti indietro...comunque...sono la trismamma che ha sfondato il muro della cucina pur di far star comodi i bimbi. Insegno religione alla scuola dell'infanzia e ti consiglio la "Mini bibbia" delle edizioni paoline (non l'ho scritta io quindi non me ne torna nulla). E' fatta molto bene semplice semplice, ironica con poche frasi e bei disegni. Mi oiace molto questo blog, ciao

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  4. Vogliamo i particolari del dopo, hai bevuto un po' ;-). Inoltre riguardo il trucco della "chiavetta" non hai rispettato i patti: lo hai provato all'aperitivo! I Know my chicken !!!

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  5. L'EX Dirimpettaio (2)8 aprile 2010 alle ore 22:20

    Per la cronaca, il tuo "AUT AUT" è stato: "Questa volta si deve fare. A costo di andarci da solo!". Frase pronunciata col dito teso ti ha reso molto minaccioso ...

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  6. @ema: un po' di suspence ci vuole, dopo tutta sta fatica che abbiamo fatto ad andarci! per i nomi aspetto di avere i codici fiscali di tutti i partecipanti (si chiama completezza dell'informazione)

    @extramamma: forse ho dimenticato la siccità e altre 5 cosucce :-)

    @trimamma: grazie del consiglio e dei complimenti. in realtà quella che abbiamo preso non è paolina. in realtà non è neanche un granchè...

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  7. @EX dirimpettaio: infatti i patti erano che alla cena non si poteva usare il trucco della chiavetta, non si era parlato di aperitivo!

    eh eh la mia proverbiale autorità lavorativa (ma anche sulla consorte, come avrai notato dal tono perentorio con cui pronunciavo la parola "donna" rivolgendomi a lei!)

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  8. un collega appena appena anonimo9 aprile 2010 alle ore 09:48

    Azz! il collega rigorosamente anonimo si è preso la pernacchia... chemmefrega... tanto io sono il collega appena appena anonimo... ah ah!

    ...ehm...

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  9. un collega poco poco anonimo9 aprile 2010 alle ore 09:55

    Vabbè dai... vengo allo scoperto: io sono quello del cagotto e della borsa di Hong Kong.

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  10. caro collega, che fortuna che il tuo anonimato non è troppo marcato, eh!

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  11. Si, il tuo "DONNA" era inizialmente molto autorevole. Peccato l'inflessione imbarazzata del "NIENTE NIENTE!" quando ella ti rispondeva "Cosa c'è?"

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  12. queste scenette mi ricordano quando cerco di accordarmi con "amici storici" per andare a fare colazione tutti insieme.
    solitamente da quando lo decidiamo passano due mesetti buoni, tu ci hai messo meno. :)

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  13. @cesco: e infatti l'aut aut è servito perchè sennò si trasformava nella festa per la pensione di qualcuno di noi...

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