"Beh, poi si è girata. Ora è dalla parte del guscio".
Le mirabolanti avventure di quella bassa che da un anno vive con noi e le cui prime parole sono state "ciao", "cacao" e, finalmente, "papà"...
martedì 31 agosto 2010
L'estinzione delle tartarughe
"Beh, poi si è girata. Ora è dalla parte del guscio".
lunedì 30 agosto 2010
I lunedì di Plautmasch: Il ritorno
Riprende oggi (più o meno) la rubrica settimanale denominata "I lunedì di Plautmasch", in cui l'esimio professore, già vincitore del premio Nobel, di diversi premi Oscar e di tre Telegatti, intrattiene i lettori con riflessioni e pensieri su diversi argomenti relativi a ogni campo dello scibile umano, essendo lui un Tuttologo di professione.
PER QUEST'ANNO NON CAMBIARE, STESSO BLOG E STESSO MARE
"Pronto?"
"Buongiorno Professore"
"Buongiorno giovanotto, che piacere sentirla. Come sono andate le vacanze?"
"Benissimo ... mi sono rilassato ... peccato quell'incidente durante la mia prima settimana di lavoro"
"Si, ho letto ... certo che anche lei, che diamine!"
"Anche io cosa?"
"Fermarsi con la macchina alle strisce..Possibile che non abbia ancora imparato che a Milano i pedoni sono elementi sacrificabili al fine di ottenere una scorrevole viabilità?"
"Comincio a pensarlo, ma non parliamo di questo ... come mai non mi ha mandato il pezzo da pubblicare lunedì scorso?"
"Ma io sono ancora in vacanza, sono al mare."
"Come ancora in vacanza? Qui abbiamo riaperto il BLOG"
"Ma non dovevate riaprire il 30?"
"NO! E siamo ripartiti senza il suo pezzo: che figura!"
"Non glielo avevo detto, comunque, che intendevo prendermi un anno sabbatico?"
"Dannazione: lei ha preso un impegno prciso con questo BLOG."
"Suvvia VERBA VOLANT E CARTA PUREM"
"A parte che il proverbio non è così, mi auguro che per questo lunedì lei possa rimediare."
"Assolutamente no. Io qui mi sto divertendo un mondo qui in spiaggia con i miei colleghi e amici Rita, Margherita e Renato."
"Gli scienziati?"
"Si, proprio loro, sono un autentico spasso ..."
"Suvvia ... non poteva scegliersi una compagnia più giovane?"
"Giovanotto lei parla così perchè non li conosce! Deve sentire i loro discorsi la Rita ha una autentica passione per Fabrizio Corona: dice che l'attizza come un camino. E Renato ... mamma mia ... corre dietro a tutte le ragazze in topless."
"E Margherita?"
"Sa bene che sono anni che è innamorata persa di lei ...la chiama IL MIO AMORE PLUTONICO"
"Platonico, vorrà dire"
"No, no .. PLUTONICO. Un amore meravigliosamente ATOMICO"
"D'accordo ... d'accordo ... è tutto bello, ma ... il pezzo?"
"L'ho detto mi sono preso un anno sabbatico"
"Ma io ho già venduto numerosi spazi pubblicitari del BLOG!"
"Non mi interessa il volgare pecunio. Lo ripeto: un anno sabbatico"
"Si tratta di moltissimi euri"
"Ehmm .. quantifichi meglio, per cortesia"
"Migliaia ... decine di migliaia ..."
"Oddio ... in fondo sono già stanco delle vacanze e poi l'estate sta finendo e un anno se ne và. Sa che le dico? Io quasi quasi torno al lavoro. Che ne pensa?"
"Come al solito lei sforna meravigliose idee ..."
"Non posso far altro che concord... ehi! Voi 3: fermi! Smettetela! Per la miseria: le vostre cartillagini!!! Giovanotto, ci sentiamo in un altro m omento, quei tre sconsiderati si sono messi a ballare il WAKA WAKA!!!"
venerdì 27 agosto 2010
Il bersaglio
Non è vero, era solo per una settimana.
Sì sì dicono tutti così...
Ma no, è stato perchè è agosto, non c'è ancora tanto traffico e ci sono pochi mezzi.
Eppure lo sai che la macchina inquina. E che tra casello e benzina spendi di più di quello che guadagni.
Ma era il penultimo giorno. Poi avrei smesso. Davvero (anche perchè io smetto quando voglio)
E invece... è successo di nuovo.
Dovresti averlo capito, ormai, che hai il bersaglio disegnato sul bagagliaio.
La prima volta, con lo scafato antiquario comasco, non ero stato abbastanza pronto.
Appena sceso dalla macchina lui, alla guida di un SUV così alto da oscurare il sole, mi aveva assalito: "Ma insomma, come si fa a guidare in quel modo! Qui c'è gente che ha fretta"
Stavolta ho commesso una leggerezza ancora più imperdonabile di quella di fermarmi al semaforo rosso.
Sarà che sono appena tornato dalla ferie e la città non ha ancora ripreso i suoi ritmi... insomma, non lo so che mi è preso.
Fatto sta che mi sono fermato per far attraversare dei pedoni che erano sulle strisce. Infatti all'inizio ho creduto che l'espressione spaventata dei pedoni fosse dovuta al mio gesto inconsulto. E invece no: guardavano la macchina dietro di me che, pur avendone tutto il tempo, non ha frenato.
SBAM.
Stavolta quella che ha usato la mia macchina come bersaglio è un'automobilista donna, una mamma spagnola. Di fianco c'è suo figlio, un ragazzino col braccio ingessato. Non dev'essere un bel periodo.
"Vi siete fatti male?" chiedo come prima cosa.
"No, no. Però ho fretta" ci tiene a precisare lei, che avrà anche un lunghissimo nome spagnolo ma è completamente milanesizzata.
"Vabbè, compiliamo la constatazione..."
"Ma io devo andare a prendere la bambina!"
E no cara mia, stavolta non mi freghi.
E voi, cari automibilisti milanesi, mettetevelo bene in testa: ormai l'ho capito, il trucco.
A scuola guida non lo insegnano, ma dovrebbero: l'unica certezza che hai, quando vieni tamponato a Milano è che il conducente dell'altra vettura avrà sicuramente una fretta del diavolo. Perchè a Milano tutti hanno sempre qualcosa di importante da fare. Subito.
E ora smetto di scrivere e vado perchè ho da fare.
giovedì 26 agosto 2010
Il telecomando del potere
L'apparenza non è poi così male: il Pivius abita con la sua famiglia, composta dalla Pivia e due PierPivi, in un appartamento che è grande cinque volte il nostro, con l'ascensore che gli arriva direttamente in salotto e una terrazza così grande che ci organizza tornei di golf.
Il Pivius non ha la televisione, ma una camera con scritto "Sala 3" del cinema multisala dove proietta i film che, grazie alla grande vetrata esterna, tutti gli abitanti degli attici vicini hanno il privilegio di vedere.
E poi il Pivius ha un parco macchine sterminato, tra cui una jeep, il cayenne, una Bmw, una macchina sportiva, quella di Batman e anche una moto chenonsisamai.
Ma anche il Pivius ha i suoi bei problemi.
Ad esempio i garage.
Abitare in un palazzo e gestire un così alto numero di mezzi è un problema, anche perchè di solito quei barboni degli architetti prevedono un solo garage per appartamento, mica dieci.
Così il Pivius è riuscito ad acquistarne solo due nel suo palazzo, mentre gli altri ha dovuto prenderli nei palazzi vicini e tutte le volte gli tocca uscire per cercare la macchina che più si intona con l'occasione.
E già così sono problemi.
Ma mica è finita qui.
Il vero cruccio del Pivius è quello di avere acquistato i due garage più sfigati di tutti, quelli vicini allo scivolo d'entrata e uscita che peraltro è ripidissimo, e questo rende poco agevole le manovre di parcheggio (soprattutto del Cayenne, come si può ben immaginare).
Ovviamente entrambe i garage sono dotati di basculante elettrica (che non vogliamo mica spezzarci la schiena), ma, visto che le sfortune non vengono mai sole, una gli ha sempre dato problemi, come ho avuto modo di notare io stesso.
Spesso, mentre ero fermo in attesa che il cancello elettrico si aprisse per uscire dalla rampa, mi è capitato di vederlo aperto, oppure, addirittura, aprirsi e chiudersi misteriosamente senza che nessuno dei Pivi fosse nelle vicinanze, come mossi da forze occulte.
Ora l'arcano è stato svelato.
A volte (ma RARAMENTE, eh, visto che NON sono un tipo distratto) mi capita di tentare di aprire il cancello elettrico del palazzo NON con il telecomando bianco preposto, ma con quello nero, che invece serve per aprire il cancello di casa dei miei suoceri.
E cosa accade? Che questo telecomando, per una coincidenza, apre anche il garage del Pivius.
Insomma.
Ho il telecomando della Bat caverna, in cui di solito viene conservata la Bat mobile alternata al Cayenne.
Ora è vuoto, perchè ovviamente i Pivi sono in vacanza.
E ho passato ore ad aprirle e chiuderlo solo per provare questa sensazione di potere.
Ma quando torneranno e la bat caverna si riempirà allora sarà tutta un'altra storia.
martedì 24 agosto 2010
Post DARK
Quando diventi genitore, provi per tuo figlio un sentimento nuovo, di un'intensità mai provata prima: un amore unico, viscerale e assoluto.
Insieme a questa emozione, ne nasce un'altra, di uguale intensità ma di natura opposta: la paura che a tuo figlio succeda qualcosa di brutto. E' una paura che nasce nello stomaco, stritolandolo, e che poi sale su, fino a bloccarti letteralmente il respiro.
E' la paura che il bimbo finisca sotto una macchina; che si perda; che qualcuno te lo porti via.
Paura che ingoi un pezzo di cibo troppo grosso; che faccia il bagno dove non tocca; che si tiri addosso la pentola dell'acqua bollente.
Paura che gli venga qualche brutta malattia; che si sporga troppo dal balcone; che tocchi le prese della corrente; che batta la testa proprio dove non deve.
E poi ci sono tutte quelle cose di cui non sai nemmeno che devi preoccuparti, ma che possono trasformarsi in trappole senza scampo, come una buca gigante scavata da chissà chi in spiaggia.
Nella nostra società si parla poco di morte, figuriamoci di una cosa terribile come la morte di un bambino.
Una volta no, era diverso. Le famiglie avevano tantissimi bambini ed era inevitabile che qualcuno non diventasse grande. Nei paesi del Terzo Mondo la morte è una compagna con cui si gioca fin da piccoli.
Ma per noi, noi che siamo stati così fortunati da vivere in questo specchio di mondo, la morte dei bambini non riusciamo a concepirla. E ancora meno a conviverci.
lunedì 23 agosto 2010
Quello che resta delle vacanze/1
Le abbiamo conosciute già il primo giorno di vacanza. Abbiamo fatto amicizia grazie a dei dolcetti sardi che abbiamo riposto in dispensa, dove era conservato tutto il resto del cibo appena acquistato.
In un attimo hanno organizzato un perfetto piano di azione che avrebbe fatto sfigurare Bertolaso: autostrade a doppie corsie per raggiungere il mobile, comodi tornanti per arrivare fino alla dispensa, e un attacco multifrontale agli obiettivi zuccherosi.
Già la mattina successiva, ho provveduto a eliminarle tutte con mezzi propri (scopa, ciabatte) e impropri (il metodo "naturale" di mia mamma, ossia i limoni, e quello artificiale, ossia la letale polverina).
Ma questo non è bastato a vincere la guerra. Tempo qualche minuto e le sopravvissute si erano già riorganizzate per venire a recuperare i cadaveri.
Insomma, ci siamo presto accorti che per sconfiggere le formiche sarde (ribattezzate in seguito: le formiche cinesi) ci vuole ben altro.
Quando ci mettevamo a tavola in veranda per mangiare, loro si predisponevano a semicerchio sotto la sedia della nostra coinquilina Bassa, attendendo il cibo che sarebbe sicuramente caduto copioso, garantendo loro inverni sereni per le prossime 12 generazioni.
Verso gli ultimi giorni di vacanza erano arrivate a prendere il cibo che cadeva al volo.
L'assalto all'umido era sicuramente una delle loro attività preferite: quando andavo a buttare via qualche residuo di cibo, mi seguivano scodinzolando. Poi ricoprivano il bidoncino completamente, sia dentro che fuori, senza disdegnare nemmeno di mangiare il sacchetto organico dell'umido. Erano richieste abilità fuori dal comune per aprirlo e richiuderlo: bastava un nanosecondo di troppo e ci si ritrovava la mano completamente nera, ricoperta di formiche.
Dopo la disfatta dell'attacco ai dolcetti in cucina, che ha portato gravi perdite tra le avversarie, sembrava comunque che le formiche sarde fossero gratificate dall'attività all'esterno, nel giardino della casa.
In realtà non avevano rinunciato a entrare in casa, stavano solo lavorando a una nuova strategia. Ci sono volute un paio di settimane prima che si palesasse una nuova mossa: non si erano ritirate, stavano solo agendo nell'ombra.
Stavano scavando una galleria sotterranea che, secondo i calcoli delle formiche ingegnere, avrebbe dovuto sbucare propria sulla dispensa. Invece qualcosa è andato storto, e ci siamo ritrovati la doccia e il bagno completamente invasi.
Dopo aver annientato anche quel fronte grazie alla tecnica dell'annegamento, si sono di nuovo ritirate.
Le abbiamo riviste il giorno della partenza, che camminavano sul soffitto, forse ancora a causa di qualche errore di calcolo.
O forse un nuovo piano diabolico che solo i futuri inquilini della casa avranno potuto apprezzare a pieno.
giovedì 19 agosto 2010
Last but not least
No, non è una chitarra.
Non è neanche una pianola.
E nemmeno un sassofono.
Lo strumento musicale preferito dalla Bassa è lo wafono. Non sai cos'è? Scoprilo qui
A questo punto, se tutto è andato come previsto, dovrei tornare...
mercoledì 18 agosto 2010
lunedì 16 agosto 2010
domenica 15 agosto 2010
Il preferito
Buon ferragosto.
Per festeggiare, ecco uno dei miei post preferiti: leggilo cliccando qui.
sabato 14 agosto 2010
The monster
Un evento ha sconvolto la nostra quiete familiare lo scorso evento.
E' stato l'arrivo del mostro del papà: se l'hai perso, leggilo qui.
Un terromoto familiare, con risvolti del tutto inattesi.... (vedi qui)
venerdì 13 agosto 2010
giovedì 12 agosto 2010
Il cambio dell'armadio
Da quando vivo con la mia coinquilina Alta, ho preso coscienza dell'esistenza di questo fenomeno denominato "Cambio stagionale degli armadi".
un'operazione che per me resta ancora misteriosa... di più, un'esperienza paranormale in cui si verificano apparizioni e sparizioni...
martedì 10 agosto 2010
Morfeo e la Bassa
La mia coinquilina Bassa è assolutamente perfetta. Quella Alta, tuttavia, ha dimenticato di farle due cose:
1) Un dente (quello di fianco ai dentoni davanti: non pervenuto)
2) Il tasto con la modalità "Dormire".
Per la Bassa addormentarsi è sempre stato un problema. Le abbiamo provate tutte perchè abbiamo detto: "Se teniamo duro, vinceremo. A qualsiasi costo".
Dopo aver passato delle serata in modello esorcista (Una e due) siamo giunti a una verità.
Ha vinto lei.
lunedì 9 agosto 2010
domenica 8 agosto 2010
CAAAAAAAAAANEEEEEEEEEE
venerdì 6 agosto 2010
Vademecum per gite basse
Un pratico vademecum per la gita fuoriporta con coinquilini più Bassi di un metro può sempre essere utile, soprattutto in questa stagione.
Eccolo qui
mercoledì 4 agosto 2010
Un simpatico umorista
Ci sono due persone al mondo che ridono alle mie battute.
Una l'ho sposata, l'altra è un mio collega (e la cosa mi preoccupa non poco...)
Bene quella di Robin Hood è stata, a mio modesto parere, una delle battute più riuscite.
Impossibile perdersela: leggi qui.
lunedì 2 agosto 2010
La Suocera.
Mia suocera ha delle teorie pseudo-pedagogiche sull'educazione di quella Bassa piuttosto libertarie le cui conseguenze possono essere devastanti.
Può finire che la mia coinquilina sia morsa da un videoregistratore, oppure espulsa da una libreria....